lunedì 24 giugno 2024

1933: L'IMPROBABILE DATA DI NASCITA DELLA CAFFETTIERA BIALETTI

                 Disegno della prima moka, Leo Grimm (10 anni)


Tratto dal libro "La caffettiera perduta", pag. 115-121


"Ecco, di nuovo, si era ingarbugliato tutto quanto. Allora decisi di concentrarmi su quella che viene indicata come la data di nascita della caffettiera Bialetti. Dunque, quali presupposti reali esistevano per fondere la nascita della caffettiera all'anno 1933? Sussistevano elementi di prova evidenti? Come giustificare la mancanza di tale documentazione storica?
Furono i leggendari racconti delle lavandaie, o le tramandate storie sul lago, che attribuirono probabilmente, forse ingiustamente, quella data all'oggetto più italiano di sempre?
 
Dalle testimonianze raccolte, Alfonso Bialetti, terminò il suo rapporto professionale (assunto con la mansione di capo fonderia) nella ditta famigliare nell'ottobre 1933, esattamente quando la Metallurgica Lombarda Piemontese dei suoi fratelli Cesare e Camillo venne rilevata dalla Società Montecatini di Milano che ne proseguì l'attività (testimonianza orale, Giacomo-Ada Bialetti, figlio-a di Cesare Bialetti).

Ma, perché Alfonso non continuò a lavorare con i suoi fratelli? "Il suo carattere era impetuoso, esuberante, difficile al comando e oltre ciò amava nuove sfide e il girovagare...", mi dichiararono. Abitò con la sua famiglia a Pieve Vergonte dal luglio 1929 fino all'ottobre del 1933 poi, cessata la collaborazione con i suoi fratelli, si trasferì a Piedimulera dove visse fino al luglio 1935.

Comunque riuscire ad ottenere informazioni storiche sull'intervallo di tempo che precedette l'apertura della sua piccola officina a Crusinallo mi fu particolarmente difficoltoso; sostanzialmente per due motivi: la mancanza di testimonianze veritiere e il susseguirsi dei suoi continui spostamenti che indicavano una situazione lavorativa incerta, precaria.

Tuttavia, grazie ad una preziosa testimonianza, appresi di un suo tentativo imprenditoriale intrapeso proprio a Piedimulera (dopo la chiusura della ditta famigliare) insieme ad un membro della famiglia Masciadri.

Per problemi caratteriali, i due si separarono in un battibaleno... ma non ancora rassegnato dalla breve e insufficiente testimonianza, riuscii, dopo assidue ricerche, a ricontattare il mediatore che, dopo le mie insistenti richieste, mi promise (al solo patto di non essere più disturbato), che avrebbe tentato un'ultima volta di ricontattare l'anziana persona divulgatrice del racconto che, a suo dire, non sarebbe più stata in grado di aiutarmi per motivi di salute.

Infatti quando gli telefonai, questo infastidito mi rispose frettolosamente:
Senti, il signore come temevo ѐ mancato alcuni mesi fa, stava già molto male allora; quindi la storia rimane quella di prima, aprirono un'attività si presuppone a Piedimulera circa nella metà degli anni´30, lavorarono l'alluminio. 

Poco dopo si separarono, perché litigavano in continuazione. Di Masciadri non conosco nulla e nessuno. un paio di anziani tramandarono la storia, che proprio Masciadri aveva sviluppato una caffettiera. Di più non so. La moglie di +++ ti ha lasciato un disegno fatto da lui a matita; ѐ dal tuo amico ad Omegna. Passa a prenderlo. Non credo di poterti aiutare ulteriormente.



                               Il caffettiere galattico, pag.117



Queste parole mi rattristarono, il tutto venne confermato dal mio caro amico omegnese che aggiunse: "Il disegno ѐ da me, ritieniti fortunato... passa a prenderlo appena arrivi, ѐ straordinario. Lui era una persona molto sensibile, abbiamo lavorato molti anni insieme alla Bialetti" parole emozionanti, che fecero passare in secondo piano la storia di Alfonso.

Ritenevo quindi inesatto o, meglio ancora insensato, continuare a proclamare il 1933 come anno di nascita della caffettiera. Forte delle testimonianze raccolte, e degli spostamenti professionali rilevati, consideravo impossibile il coinvolgimento di Alfonso Bialetti nella realizzazione della caffettiera, perlomeno in quel preciso periodo storico.

Il rapporto professionale nello stabilimento dei suoi fratelli, protrattosi per quasi tutto il 1933, e il trasferimento di residenza a Piedimulera, luogo della breve avventura imprenditoriale terminata con l'inesorabile separazione dal suo socio, delinearono un quadro lavorativo di Alfonso Bialetti piuttosto instabile, poco ideale a confrontarsi con i pittoreschi racconti tramandati.

Piedimulera, fu l'ultimo domicilio della famiglia di Alfonso, allora padre di tre bambini (Renato, Germana, Luisanna), prima di trasferirsi a Crusinallo in via IV Novembre, dove proprio a pochi passi, nel 1935, aprì una piccola officina...



           Corrispondenza tra Alfonso Bialetti e Amleto Spadini, 27.10.1935


Un ultimo tassello capace di gettare luce su questa vicenda fu un'intervista che apparve nel 1967 nel periodico Epoca. La riesumai svuotando la cantina del mio vicino; dimenticata, sfuggita agli squardi indiscreti degli esperti, quella piccola scheggia di storia mi supplicò di tornare alla luce. Renato Bialetti, intervistato dal giornalista Giacomo Maugeri, dichiarò che la nascita della caffettiera avvenne nel 1935 (e non nel 1933) nella baracca, dove suo padre aveva realizzato la sua officina. 

Si lamentò inoltre, che suo padre Alfonso non fosse stato in grado di badare ai suoi interessi e che la sua più grande soddisfazione la sera, era di addomentarsi col sigaro in bocca stringendo in mano uno dei pezzi più difficili usciti dalla fonderia. Una bella storia, anche edificante.

Meno edificanti furono invece i continui scontri e litigi tra i due, i loro caratteri dominanti non riuscirono a fondersi. La ricerca di foto o materiale inerente la produzione delle prime caffettiere prodotte da Alfonso, come la ricerca di materiale pubblicitario o altro, non diede purtroppo alcun risultato tangibile.

nella già citata intervista, per altro con toni assolutamente coloriti e piena di gustosi aneddoti, mi colpirono i "robusti" numeri di produzione che vennero dichiarati:

1935-1945, 70000 caffettiere

1946, 12000 caffettiere

1947, 36000 caffettiere

1948, 100000 caffettiere

 

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